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      Non senza rifiutare ascolto ai deboli richiami della coscienza, non senza un oscuro disprezzo di se stesso, si stese a terra per vedere, prima di aprir l'uscio, se fra l'uscio e il pavimento entrasse lume, se la lampada a petrolio del corridoio ardesse ancora. Era spenta. Si rialzò palpitando. A misura che si preparava così, l'idea che Jeanne vegliasse, che immaginasse, che stesse in ascolto palpitando come lui, lo guadagnava sempre più. Nell'alzarsi da terra fece scricchiolar lievemente l'impiantito. Tosto udì rumore nella camera di Bassanelli. Ascoltò trattenendo il respiro; Bassanelli si era messo a camminare su e giù, dall'uscio alla finestra, senza riguardi. Alla fine si chetò. Quando Piero, dopo avere lungamente aspettato, si mosse ancora, quegli ricominciò il passeggio, si fece ad aprire il suo uscio, a camminare anche nell'andito. Piero sapeva della sua passione per Jeanne e non dubitò di una intenzione gelosa, di un avvertimento diretto a lui. Si buttò a giacere sul letto e, benchè avesse cura di non muoversi affatto, Bassanelli continuò a dare segni, di tempo in tempo, della sua insonnia.
      Fra il tocco e le due, Piero si lasciò prendere da un sopor lieve, da un'ombra di sogno. Gli parve che venisse lei, che toccasse il suo uscio con un dito e scese affannoso dal letto per aprirle, per dirle che Bassanelli spiava. Appena ebbe i piedi a terra dubitò di aver sognato.
      Ecco invece due colpettini secchi all'uscio. Trasalì, aperse pian piano senza domandare chi fosse. Vide il padrone dell'albergo, vestito a metà, con un lume in una mano e una lettera nell'altra.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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