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      Ecco!
      Va bene.
      Prima di far avvertire don Giuseppe, il Direttore informò Piero, sommariamente, della malattia. Il deperimento risaliva al maggio e nelle due ultime settimane si era fatto più rapido. La notte dal sabato alla domenica era sopraggiunta la febbre. Nel primo entrare del male l'inferma aveva molto parlato di un bambino, di un suo caro bambino che aveva portato in casa la pace. Il Direttore si scusò, ripeteva parole dell'ammalata. Essa ne aveva quindi parlato sempre meno e finalmente non più. Nel pomeriggio della domenica, con la febbre a 39.5, aveva, dopo un lunghissimo silenzio, domandato improvvisamente, con intelligenza piena, di vedere i genitori, il marito e don Giuseppe Flores. "Povera signora, avrebbe voluto venire fuori dello Stabilimento, in qualche casa vicina, ma io proprio, considerando il grado della febbre e altre cose, non ho creduto di consentire. Stamattina è ritornata su questo punto. Bastò, poveretta, che quel sacerdote, un santo anche lui, le dicesse di offrire il suo desiderio al Signore per i suoi peccati; ha subito risposto di sì, di sì e che ne ha tanti."
      Piero strinse convulso la mano al Direttore, che uscì, volle andar egli stesso in cerca di don Giuseppe.
      Rimasto solo, il giovine si sforzò di fare attenzione alle cose esterne per dominarsi. Si accostò a una finestra. Faceva già caldo, fuori le cicale cantavano nel gran sole, nella gran tristezza delle campagne deserte. Quando si sentì più sicuro di sè, Piero si avvicinò all'uscio, lo aperse un poco aspettando il noto passo di don Giuseppe.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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