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      La messa era al Sanctus. Mi sono inginocchiato. Alla consacrazione mi copersi il viso con le mani e mi vidi, veramente mi vidi scritte nel palmo delle mani cinque parole, proprio le parole che da giovinetto, nei miei fervori mistici, quando mi figuravo di morire, avrei desiderato leggere sulla parete in faccia al mio letto: MAGISTER ADEST ET VOCAT TE.
      Le vedevo grandi, bianche sopra un fondo nero. Poi, verso la fine della messa, stando sempre inginocchiato e con gli occhi coperti, mi successe questa cosa terribile: ebbi la visione istantanea, fulminea della mia vita nel futuro e della mia morte. Se chiudo gli occhi la vedo ancora! O mi dica, mi dica, don Giuseppe, ho sete di darmi tutto a Dio, ma debbo proprio credere che la visione mi viene da Lui, che significa la sua volontà? Perchè se credo è un comando preciso. Si tratta per ora di una rinuncia completa e, più tardi, quando Iddio vorrà, di una responsabilità gravissima da impormi, di un'azione personale straordinaria da esercitare pubblicamente nella Chiesa. Sì, non è vero? Debbo crederlo!
      Deve prima di tutto rimettersi l'anima in pacerispose don Giuseppe. "Deve ringraziare il Signore che La richiama e pregarlo, pregarlo con la maggiore insistenza che La illumini, che Le faccia conoscere la sua volontà con tutta quella certezza di cui è capace la natura nostra, finita com'è nelle sue comunicazioni con la sapienza infinita. Perchè tante volte certa presunzione umana trova modo di mescolarsi a movimenti pii dell'anima nostra e ci induce a scambiare per fatti di origine soprannaturale fatti che derivano invece da condizioni anomale del nostro spirito e del nostro corpo, operati da Dio sempre, perchè Dio opera tutto in tutto, s'intende, con i suoi metodi, per i suoi fini imperscrutabili, ma fatti non diretti a farci conoscere la sua volontà. Vede.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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