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      Passando, nell'avviarsi verso casa, presso il vecchio rosaio dalle rose incarnatine, Piero si fermò.
      Le lascerò scritto anche questodiss'egli "ma Le raccomando pure a voce che le suore abbiano ogni cura degli oleandri che sono ancora quelli piantati da mio padre, delle rose e particolarmente dell'arancio e del mandarino, nel giardinetto."
      La villetta dove Franco e Luisa avevano tanto amato e sofferto, dove la epica bontà, la serenità magnanima dello zio Piero eran passate beneficando, dove la piccola Ombretta era morta, avrebbe accolto le suore convalescenti di un Ordine scelto da don Giuseppe, con una scuola di lavoro e di economia domestica per le giovinette del Comune di Albogasio.
      Ella potrà tenersene informatosuggerì don Giuseppe. Il giovane, per tutta risposta, si chinò, posò le labbra sopra una rosa.
      Ah, don Giuseppe
      diss'egli uscendo dall'orto "quanto posso dire al Signore: quaerens me sedisti lassus! Quante volte non mi ha richiamato e io mi ostinavo a perdermi! Anche con la Sua cara ultima lettera! E` stato perchè tutto io debba riconoscere da Lui e niente, proprio niente, da me."
     
      II
     
     
      Il pacco venuto dalla posta era in sala. Piero lesse sul timbro, accostandolo al lume: VENA DI FONTE ALTA.
      Lo posò e, prese le chiavi del Camposanto, disse a don Giuseppe che usciva per alcuni minuti. Rincasando, lo troverebbe alzato? Don Giuseppe si sentiva stanco e desiderava scrivere una lettera prima di coricarsi. A proposito di questa lettera: che intenzione aveva Piero? Don Giuseppe avrebbe desiderato partire presto e intanto annunciare il suo arrivo.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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