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      Nella seconda parte che studia gli elementi della proposizione, mi si offriva una selva infinita di complementi (così ho detto, per maggior chiarezza, invece del modo più italiano, compimenti), e di proposizioni diverse. Che fare, volendo studiare a semplicità? Quanto ai complementi, mi parve poterli esaminare in sè stessi, piuttostochè rispetto alle varie parti del discorso, come di solito fanno i grammatici; i quali o vi ammanniscono un vero trattato degli usi delle particelle, usurpando le parti del Dizionario, ovvero vi sfilano una serie di complementi pel sostantivo, una serie per l'aggettivo, e una serie più lunga ancora pel verbo, mentre fra gli uni e gli altri vi ha in tanti casi stretta relazione. Io pertanto (messi da parte il soggetto, il predicato e l'oggetto, come elementi principali) ho distinto i complementi più comuni in due classi, in attributivi ed avverbiali, risguardando i primi come modificazione dell'idea nominale, i secondi come modificazione dell'idea verbale, comprendendo in questa anche aggettivi e. sostantivi di significato analogo ai verbi. E così ho in poco spazio e per sommi capi abbracciata tutta quella vasta materia. E, tenendo pari semplicità per le proposizioni, non ne ho ammesse che due classi fondamentali, le principali e le subordinate; le quali ultime ho poi divise, e collo stesso ordine de' complementi, in soggettive, oggettive, attributive ed avverbiali. Ecco in questa guisa restar sempre netto il disegno della proposizione, che da semplicissima qual nasce, va ramificando le sue membra per divenire un gruppo di complementi o, analogicamente, un gruppo di proposizioni.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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