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      Essi consistono in nomi, pronomi od infiniti, su cui cade direttamente l'azione del predicato. Io leggo un libro; la candela arde il candeliere; io voglio parlare; debbo partire ecc.
      C. Avverbiali; così detti, perchè determinano le modalità e le condizioni di un'azione. Consistono in avverbii, od in nomi retti da una preposizione, p. es. Dio regna in cielo; la virtù piace a tutti; Dante scrive eccellentemente; niuno opera per forza. Questi complementi si riferiscono al predicato; ma possono riferirsi anche al soggetto o all'oggetto, quando invece di un sostantivo esso sia un infinito: p. es. Il vivere con temperanza è salubre. Io amo il parlar poco.
     
      § 9. I complementi attributivi possono riferirsi anche all'oggetto, o al nome contenuto nel complemento avverbiale; p. es. Io leggo un libro bello. La candela arde il candeliere di carta. I pazzi invaghiscono delle cose più sconcie.
     
      § 10. I complementi tutti possono reggere anch'essi altri complementi; p. es. Io leggo il libro dilettevole di Pietro mio cugino: dove abbiamo quattro complementi dopo l'oggetto. Aristotile, il più dotto dei Greci antichi, divenne immortale, ove, dopo il soggetto, si trovano pur quattro complementi (più, dotto, de' Greci, antichi).
     
      § 11. PROPOSIZIONE COMPLESSA ELLITTICA. Talora di una proposizione complessa non rimane che l'oggetto o il complemento avverbiale, sottintendendosi il resto; p. es. Che desideri tu? Un cavallo (sottint. Io desidero ecc.). - O asso o sei (sottint. scegliete). - In casa (sottint. andate, entrate). - Lo farete?


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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