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      Anella si usa oggi soltanto in senso metaforico, parlando de' capelli inanellati, come nel Tasso: Torse in anella i crin minuti.
      Bracci ha solamente senso metaforico: Quella palla pongo nell'acqua legando il filo che la regge ad uno de' bracci della bilancia. Galilei. - Molti bracci di mar chiusi fra terra Restar campi arenosi, arida terra. Anguillara. - Così dicesi bracci della croce, bracci di terra, di un fiume ecc. Quando però la parola indica misura, fa il plur. in a: p. es. era alto tre braccia.
      Carra si usa per indicare il carico dei carri. Le carra de' cadaveri accumulati giravano ogni giorno per la città. Segneri.
      Cervella si usa talora in senso materiale e per maggiore evidenza, specialmente nella frase spargere le cervella, bruciarsi, forare le cervella e sim. Che fora ad uno Scotto le cervella, E senza vita il fa cader di sella. Ariosto.
      Cigli si usa in senso metaforico: cigli della fossa, del monte e simili.
      Coltella si userebbe di rado in plurale, e solo per indicare una specie di daga. Messo mano alle coltella furiosamente si andarono addosso. Boccaccio. Più spesso si adopera oggi in tal senso la coltella, le coltelle, nome femminile.
      Cuoja si usa oggi solo per la pelle del corpo umano, o il corpo stesso e la vita, ma per lo più con un certo disprezzo, nelle frasi distendere, riposare, ripiegare, tirare, lasciar le cuoja.
      Fila si adopera per indicare più fili che entrano a comporre un tutto, e spesso in senso metaforico o speciale. Aveva le sue vestimenta di fila sottilissime.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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