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      Varchi. Due giovinette bionde come fila d'oro. Boccaccio. Si chiamano fila i fili di tela disfatta che servono per le ferite; e far le fila diciamo di qualsiasi sostanza viscosa, come cacio e simile. Del resto si usa fili anche in senso metaforico, p. es. i fili del telegrafo, i fili di ferro ecc.
      Fondamenta è assai raro: userebbesi al più in senso proprio per dare maggior forza al discorso, come se si dicesse: tremò la casa fino dalle fondamenta.
      Fusa è usato solo in qualche frase, come quando diciamo che il gatto fa le fusa.
      Guscia è poco usato anche nel senso indicato (Gramm., pag. 95).
      Membri si usa solo in senso metaforico; p. es. i membri di un'Accademia, i membri d'un periodo.
      Mura si dice più specialmente di città e fortezza, e in generale per indicare muri grossi e forti d'uno stesso edifizio. Dicesi anche fra quattro mura nel senso di in carcere o simili.
      Ossi dicesi di ossa non umane, riguardate sparsamente: p. es. al cane si danno gli ossi.
      Pugna è d'uso poetico. Prese la terra e con piene le pugna La gittò dentro alle bramose canne. Dante.
      Risi sarebbe da usarsi appena in verso. Usasi però come plurale di riso pianta.
      Sacca indica misura. P. es. Semina venti sacca di grano. Si dice comunemente: il tale ha quattrini a sacca.
      Staj pure non è quasi mai adoperato.
      Deve poi notarsi che, quando si accenna in forma partitiva uno solo degli oggetti aventi doppio plurale, questi serbano il plurale in i. Biondo era e bello e di gentile aspetto; Ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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