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      Boccaccio. - E voi altri, miei figli, al popol tosco Lieti volgete le trionfanti ali. Poliziano. - Per la pratica che abbiamo noi altri nell'uso del favellare. Salviati.
     
      § 16. USI NOTABILI DE' PRONOMI PERSONALI. Io per me nel senso di io, ma con maggior forza. Io per me non intendo di portarla. Vite SS. Padri.
      Da me o da per me; da te o da per te; da sè o da per sè; da loro o da per loro; da me, te, noi medesimi o sim. nel senso di colle proprie forze, senza ajuto d'altri. Tu ci anderai da per te, perch'io non voglio venirci. Tavola Ritonda. - Da me non venni. Dante. - Da noi medesimi faremo ogni cosa meglio. Caro.
      Da me a me (o anche da me, da me; da sè, da sè); da te a te, da sè a sè nel senso di con sè medesimo, nel proprio interno; p. es. Ho pensato talor da me a me che sia bene non fidarsi mai di persona del mondo. Castiglione.
      Da te a me, da lui a me e sim. cioè a quattr'occhi, senza che altri ci ascolti. P. es. Ti vo' dir prima due parole da te a me. Varchi. - Ma se avvien caso che il rivegga mai Gli vo' da lui a me dir traditore. Ser Giovanni Fiorentino.
      Nelle forme da me solo, da te solo, da noi soli ecc. è errore omettere il pronome e dire, come alcuni fanno, da solo, da soli.
      Dare del tu, del voi, del lei, per indicare il modo di volgere il discorso ad una persona. Non mi curo che mi diate del tu, quando mi fate del voi. Caro.
      Stare o sim. a tu per tu con alcuno nel senso di non ceder punto alle parole di alcuno; p. es. Stava con lui sempre a tu per tu. Buonarroti. - Non è ragionevole ch'io mi ponga a contenderla seco a tu per tu.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Lieti Ritonda Giovanni Fiorentino