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      Con tutti i suoi entrò in cammino. Boccaccio. - Per non veder ne' tuoi quel ch'a te spiacque. Petrarca. - Tutti i miei si raccomandano a te senza fine. Algarotti. - Vidi il Saracino Che fece a' nostri assai vergogna e danno. Petrarca. - Amor ch'a' suoi le piante e i cori impenna. Petrarca. - Talora si sottintende denari: p. es. Ella oggi, de' suoi parendole spendere ecc. Boccaccio.
     
      § 4. USI NOTABILI. Suo vale spesso quanto appartenente, adattato, speciale o sim.; p. es. Il cuore ha le sue ragioni e non intende ragione. Giusti, ne' Proverbii. - Diciamo spesso, descrivendo qualche oggetto: un letto co' suoi cortinaggi; un violino col suo archetto; un fucile colla sua munizione ecc. ecc.
     
      § 5. Nostro si attribuisce spesso a persona molto conosciuta fra quelli, a cui si parla; p. es. Al nostro amatissimo Padre Segneri scrissi la settimana passata a Bologna. Redi; ovvero a persona o cosa, su cui si aggira il discorso; p. es. Il nostro frate gli s'era messo davanti. Manzoni.
     
      § 6. POSSESSIVO IN SENSO NEUTRO. Nel singolare maschile il possessivo si usa in senso indeterminato (neutro) per indicare la proprietà, l'avere, il denaro o simil cosa. Io son ricco e spendo il mio in metter tavola ed onorare i miei cittadini. Boccaccio. - Or mangi del suo s'egli n'ha, chè del nostro non mangerà egli oggi. Boccaccio. - Chi ha tutto il suo in un loco, l'ha nel foco. Giusti, ne' Proverbii.
      Di mio, di suo ecc. vale da me, da sè, coi proprii mezzi o simili: tanto in senso materiale che morale. Ho scritto un dialogo, del quale fui testimonio, e non v'aggiungo, si può dire, parola di mio.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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