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      G. Gozzi. - Ricordati che la cosa sia fatta come di tuo, chè non s'abbia a credere ch'io ci abbia avuto mano. Grossi.
     
      § 7. POSSESSIVO INVECE DEL PERSONALE. Il pronome possessivo, oltre ad indicare una relazione di possesso, indica pure sovente altre relazioni di semplice pertinenza, confronto, somiglianza e simili, e si adopera anche dove il senso richiederebbe l'espressione del pronome personale corrispondente. Si dice quindi mio padre o il padre mio (nel senso di il padre di me); per amor mio (di me, verso di me); le sue notizie (di lui); per cagion mia (di me); in vece mia (di me); i pari suoi (a sè); i nostri simili (a noi) ecc. ecc. Riguardati (da questi vizii) per amore di te stesso, per amore de' tuoi e anco per amor mio. Giusti. - Prese congedo dalla signora, promettendo di mandar subito le sue nuove. Manzoni. - Non permettere che altri soffra per cagion tua. Giusti. - Il mio contegno ed il volto parlavano in vece mia. Alfieri. - Una nazione può esser fatta misera suo malgrado. Giordani. - Ti sia sempre nella mente che compiacersi de' mali dei nostri simili è crudeltà. Giusti. - Questa povera ragazza era promessa a un giovine nostro pari. Manzoni. - Una piccola bagattella, a un galantuomo par mio. Manzoni.
     
      § 8. Talvolta si usa il possessivo anche davanti a un pronome relativo, invece del personale puro; p. es. Colpa tua, che ci sei voluto andare. - Vostra mercè, cui tanto si commise (per mercè di voi). Petrarca. - Se del consiglio mio punto ti fidi Che sforzar posso (per del consiglio di me). Petrarca.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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