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      - Lascia a me queste lacrime, Carino (cioè queste lacrime che io vedo e di cui mi duole). Guarini. - Calandrino, che viso è quello? e' par che tu sia morto (dove Nello, mostrando maraviglia della pallidezza di Calandrino, risguarda il viso come separato dalla persona). Boccaccio. - Puzzerebbe anzi di affettazione l'adoprare sempre il cotesto tutte le volte che una cosa è vicina alla seconda persona.
     
      § 16. QUESTO E QUELLO RIFERITI AL TEMPO. Questo pronome di cosa si riferisce anche a cosa presente o risguardata come presente: quello a cosa passata o futura e lontana di tempo da noi. Mio padre si è contentato di darmi la permissione che questa quaresima io possa andare a Roma a pigliare il giubbileo. Redi. - Essendo stato quell'anno sterilissimo, gli mancavano le vettovaglie. Guicciardini.
      Talora questo si riferisce a cosa molto desiderata o temuta dal nostro pensiero, e che però ci sta sempre presente. Veramente gli uomini sono delle femmine capo .... ma come possiamo noi aver questi uomini? Boccaccio. Così diciamo con impazienza: oh questo medico quando verrà egli?
     
      § 17. QUESTO E COTESTO RIFERITI A CIÒ CHE PRECEDE O SEGUE. Per indicare una cosa od un concetto accennato nel discorso poco prima o poco appresso, si può usare tanto questo, quanto cotesto, quando risguardiamo tal cosa come vicina al nostro pensiero, colla differenza che cotesto la separa un po' più da noi, e la mette quindi in maggior rilievo; del che per altro non è possibile assegnare una regola certa e determinata.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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