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      - Che val perchè ti racconciasse il freno Giustiniano, se la sella è vuota? Senz'esso fora (sarebbe) la vergogna meno. Dante. - Nella sommità di questa torre è un dilettevole giardino, e in mezzo d'esso una fontana, la quale per parecchi rivi tutto il bagna. Boccaccio. - (Renzo) diede una voce (a Perpetua), mentr'essa apriva l'uscio. Manzoni. - Ciò mi rappresenta quello che fanno alcuni padroni crudeli verso de' loro poveri contadini in mille occorrenze, ma soprattutto quando valutano tanto più del dovere la roba che danno ad essi per vivere, e valutano tanto meno quella che poi da essi ricevono per rifarsi. E poco appresso: Frattanto i poveri sono poi quelli che rubano: essi sono i ladri al padrone, essi che gli sfiorano la parte, essi che gli spiantan le possessioni, essi quei che gli mandano il tutto male. Segneri. - Si usa pur di frequente dopo le interrogazioni: Chi son essi? alle belle contrade Qual ne venne straniero a far guerra? Manzoni.
     
      § 2. ESSO NEL SENSO DI EGLI MEDESIMO. Altre volte esso riveste maggior forza e vale esso stesso, egli medesimo. Non a quella chiesa che esso (egli proprio, il defunto) aveva anzi la morte disposto, ma alla più vicina le più volte il portavano. Boccaccio. - Mandato avanti ogni uomo (ognuno), esso con poca compagnia e di gentiluomini entrò in cammino. Boccaccio. - Chi osserverà bene, vedrà che i nostri difetti e svantaggi non sono ridicoli essi, ma lo studio che noi ponghiamo per occultarli. Leopardi.
     
      § 3. ESSO STESSO, ESSO MEDESIMO (vedi più oltre § 6). È molto frequente l'uso di esso stesso, esso medesimo, anch'esso.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Giustiniano Renzo Perpetua