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      Caro. - Si assicuri V. S. che la sua febbre mi ha tenuto afflittissimo. Redi. - Tu se' un calamajo che mi piaci, poichè secondo il bisogno sai ungere e pungere. Gozzi.
      Solamente nell'indicativo si trova ben distinto il valore temporale di presente, passato e futuro colle loro singole gradazioni (Gramm. P. II, cap. XVIII, § 8 e 17). Qui pertanto noi dobbiamo determinar bene l'uso di tutti i tempi nel loro modo indicativo.
     
      § 2. IL PRESENTE indica propriamente un'azione (o uno stato o modo di essere) che accade o esiste nel momento in cui parliamo, sia che cominci o duri o finisca. Chi sei? che cerchi in questi luoghi, dove la tua specie era incognita? - Sono un povero Islandese che vo fuggendo la Natura, e, fuggitala quasi tutto il tempo della mia vita per cento parti della terra, la fuggo adesso per questa. - Io sono quella che tu fuggi. Leopardi. - Quelle isole che comunemente sono chiamate Molucche, sono molte di numero e poste sotto il circolo equinoziale; e da tramontana verso mezzodì sono lontane fra di loro quasi venti leghe, e niuna di esse gira più di sei. Serdonati.
     
      § 3. L'uso del presente però si estende anche ai seguenti casi:
      a indicare cose e fatti che durano sempre, o che si riferiscono ugualmente al passato, al presente, al futuro. Quindi le sentenze, i precetti, le considerazioni astratte di qualunque genere, adoperano il presente. La brevità genera il più delle volte oscurezza, e la lunghezza fastidio. Ma perchè la prima e principal virtù del parlare è la chiarezza, par che ne apporti men danno l'esser fastidioso che oscuro.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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