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      ) si adopera per indicare che una data azione debba esser compiuta in un tempo determinato; p. es. quando io arriverò, abbi terminato di vestirti. Alle sette sii tornato dal passeggio. - Abbia sin qui sue dure e perigliose Avversità sofferto il campo amato, E contra lui con armi ed arti ascose Siasi l'inferno e siasi il mondo armato. Or cominci novello ordin di cose (È Iddio che parla de' Crociati). Tasso.
     
      § 7. IMPERATIVO CIRCOSCRITTO. Talora anche l'imperativo affermativo si circoscrive col verbo fare e volere: Fa che tu mi abbracci. Dante. - Fa', fa' che le ginocchia cali. Dante. - Vo' che m'insegni .... Vo' che sappi .... Non vo' che tu favelli. Dante.
     
      § 8. IMPERATIVO RINFORZATO. L'imperativo si suole rafforzare con alcuno de' seguenti modi avverbiali: orsù, via, or via, una volta, dunque. Orsù, giovani, assaltiamo virilmente e con allegra fronte questi dormiglioni Firenzuola. - Or via, mettiti avanti, io ti verrò appresso. Boccaccio. - Michele, via, mangiate per l'amor di Dio. Grossi. - Mangiate una volta. Manzoni. - Muti una volta quel suo antico stile. Petrarca. - Va dunque, disse la donna e chiamalo. Boccaccio.
      Si rinforza pure col verbo andare; p. es. Va' e fa' la tal cosa. - Oh va! fidati di certe paroline melate. Fagiuoli. - Ora va' adesso e di' che non hai cagion di temere il divino giudizio. Segneri. - Va', tienti oggimai tu di non fare ciò ch'e' vuole. Boccaccio. - Va' va' e servi. Grazzini. - Ma per lo più ha senso ironico.
      Dicesi anche andiamo nel significato di su, via, per far fretta ad alcuno.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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