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      G. Fiorentino.
     
      § 4. PARTICELLE PREMESSE AL CONGIUNTIVO. Si premettono spesso al congiuntivo:
      la particella che negli augurii, imprecazioni ecc. Che maledetta sia l'ora ch'io prima la vidi! Boccaccio. - Che benedetto sia tu da Dio! Boccaccio:
      la particella così, e talora se nei desiderii - Così cresca il bel lauro in fresca riva ecc. Petrarca. - Vedi bel ciottolo! così giugnesse testè nelle reni a Calandrino! Boccaccio. - Se tu avessi veduto quel suo volto! Grossi. - Se m'ajuti Iddio, tu se' povero. Boccaccio.
     
      § 5. I tempi del congiuntivo si usano anche nelle supposizioni in forma disgiuntiva: Così di messaggier fatto è nemico, Sia fretta intempestiva o sia matura. Tasso. - Tutti, o lo avessero già visto o lo vedessero per la prima volta, lo guardavano estatici. Manzoni.
     
      § 6. IL CONGIUNTIVO NELLE PROPOSIZIONI SUBORDINATE. Il congiuntivo è di sua natura un tempo dipendente e complementare, e perciò il suo vero luogo è nelle proposizioni subordinate. Del vario uso di esso in quelle parleremo nella seconda parte. Qui notiamo che, anche quando si usa come assoluto, considerandolo bene, lascia sottintendere una proposizione principale, da cui si potrebbe far dipendere. Il congiuntivo in forza d'imperativo suppone una frase simile a questa: voglio che. Nelle preghiere, negli augurii, nei desiderii ciò si fa chiaro anche dalle particelle che, così, le quali formano, come a dire, l'addentellato d'altre proposizioni sottintese. Che tu sia benedetto, cioè io voglio, io desidero, io prego. Così quel palazzo fosse mio! sottint. come io lo desidererei.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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