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      Se ha il senso di così, e probabilmente deriva la una voce latina (sic) equivalente appunto a così.
     
      CAPITOLO XX
     
      Uso de' nomi verbali.
      L'infinito.
      (Gramm., P. II, cap. XVIII, § 14)
     
      § 1. NOMI VERBALI. I nomi verbali sono tre, l'infinito, il participio ed il gerundio, il primo de' quali tien carattere di sostantivo, il secondo di aggettivo, il terzo di una locuzione avverbiale, come vedremo.
     
      § 2. L'INFINITO è detto così, perchè esclude ogni determinazione di persona, di numero, di tempo, indicando soltanto l'azione, in quanto si fa o si soffre in un tempo qualsiasi; ed appunto per questa sua indeterminazione una sola e medesima voce può riferirsi a tutte le persone, a tutti i numeri a tutti i tempi; per es. lodare io, lodare tu, lodare egli, noi, voi, eglino; lodare oggi, lodare dimani, e potrebbe dirsi anche lodare jeri o un anno fa, ma poichè l'azione nel passato, a distinzione di quella nel presente, riguardasi come in effetto, si adopera, invece, il così detto passato dell'infinito aver lodato, essere stato lodato, che esprime soltanto azione compiuta, non propriamente tempo passato.
      È notabile che presso i nostri antichi si trova talora l'infinito presente nel senso di passato, e ciò specialmente coi verbi di memoria. Mi ricordo vedere (aver veduto) molti padri .... e correre ecc. Varchi. - Io mi ricordo pur tuo padre andare (esser andato) con un pajo (di calze) d'otto o nove lire, e bastargli (essergli bastate) anche un anno. Gelli. - Ma forse quest'uso è una imitazione dal latino.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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