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      Imparerò a vivere alle mie spese. Redi. - Il Parini ebbe parecchi discepoli, ai quali insegnava prima a conoscere gli uomini e le cose loro. Leopardi. - Teodato era stato (da Amalasunta) chiamato, perchè l'ajutasse a governare il regno. Machiavelli.
      Con insegnare e ajutare si può omettere la preposizione a. Finor ti assolvo e tu m'insegni fare (a fare) ecc. Daute. - Ajutami tenere (a tenere) il ladro. Cecchi:
      come complemento di limitazione con aggettivi di qualità, corrispondendo al supino in u de' latini. (Qui l'infinito dei verbi transitivi ha senso passivo, e spesso piglia anche forma riflessivo-passiva, ovvero si affigge una particella pronominale dimostrativa). Nutritura facile a procacciare. Leopardi. - Pomi ad odorar soavi e buoni. Dante. - Molte altre cose leggiadre e bellissime a riguardare. Sannazzaro. - Quanti e quali incomodi sieno per nascere, sarebbe infinito (cosa infinita) a raccontare. Leopardi. - Assai più dolce e leggiadro a vedersi. Parini. - Non era fiera da farne picciola stima, ma feroce e dura a vincerla. Adriani il giovine:
      o con numerali ordinali (compreso anche l'agg. ultimo). Omero fu il primo ad aprire tutti i cervelli della Grecia. G. Gozzi. - Credo che i nostri tre fossero gli ultimi ad andarsene. Manzoni:
      come complemento avverbiale in senso d'un gerundio. A stare zitti non si sbaglia mai. Manzoni. - Tu hai fatto molto bene a lasciare (lasciando), ognuno di qua dalla palude. G. Gozzi.
     
      § 15. L'INFINITO CON DA serve di complemento a nomi e verbi nel senso di azione futura o conveniente o necessaria;


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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