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      Foscolo. - Avevano abbandonate le loro case per non esser forti abbastanza da difenderle. Manzoni. - Sei favorito dalla fortuna in modo da non aver bisogno dei frutti dell'ingegno per sostentare la vita. Giusti.
      Si adopera bene anche troppo da (invece di troppo per francesismo: vedi pag. 268, 381). - È locuzione troppo bella da lasciarla perdere. V. Borghini. - Parendomi troppo bel tratto da lasciarlo andare. Caro.
     
      § 17. L'INFINITO CON PER serve di complemento ai verbi essere o stare nel senso di futuro, indicando una disposizione, intenzione o preparazione a fare qualche cosa. Il sole era per dechinarsi verso l'occidente. Sannazzaro. Ella era per andarne in Granata. Boccaccio. - Io sono per ritirarmi del tutto di qui. Boccaccio. - Una tromba diede segno che il giudizio di Dio stava per aprirsi. Grossi. - Fra Timoteo è per fare (è pronto a fare) ogni cosa. Machiavelli. - Si usa spesso la frase sto per dire nel senso di direi quasi, per enunciare una cosa che può parere esagerata. Quanto al volgo dei letterati, sto per dire che quello delle città grandi sappia meno far giudizio dei libri, che non sa quello delle città piccole. Leopardi:
      tien luogo d'una propos. concessiva (invece di sebbene col congiunt.). Il suon dell'acqua n'era sì vicino Che per parlar (sebbene parlassimo) saremmo appena uditi. Dante. Nè, per esser battuta, ancor si pente. Dante. Modo raro nell'uso moderno.
      Finire per (nel senso di finire con) è francesismo. P. es. Finivano per dargli ragione in tutto.
     
      § 18. L'infinito può esser retto anche da molte altre preposizioni (in, con, invece di, senza, fino a, oltre a, dopo, avanti di o prima di, affine di), e può colle medesime preposizioni sopra distinte assumere molti altri significati; ma poichè tutti questi son comuni anche ai sostantivi e perciò rientrano nella teoria generale dei complementi, non importa che se ne faccia qui speciale menzione; onde rimanderemo il lettore alla Parte II.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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