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      Questi e simili verbi li chiamammo (Gramm. pag. 199) riflessivi assoluti.
      Quando la particella pronominale sta a indicare soltanto il complemento d'interesse (vedi la Parte II) con un verbo transitivo accompagnato dal proprio oggetto, non si hanno veri verbi riflessivi, ma soltanto apparenti. (Vedi qui addietro cap. XVI, § 8).
     
      § 8. RIFLESSIVI CHE PERDONO LA PRONOMINALE. Alcuni verbi riflessivi possono perdere la particella pronominale conservando lo stesso significato, e ciò specialmente nel verso o nella nobile prosa. E a questi ne appartengono parecchi considerati come transitivi. (Vedi addietro cap. XIV, § 7 e 8). Tali sono p. es. affogare o annegare per annegarsi (come caso, non come suicidio); affondare per affondarsi, adombrare o aombrare (per aombrarsi), affrettare nel senso medesimo di affrettarsi, ammalare nel senso di ammalarsi, infermare invece di infermarsi, aggravare per aggravarsi, inchinare per inchinarsi, muovere per muoversi, partire, più spesso che partirsi, nel senso di andar via, riposare per riposarsi, sbigottire per sbigottirsi, degnare e sdegnare per degnarsi e sdegnarsi, trarre, invece di trarsi, per accorrere, volgere invece di volgersi, parlando di tempo che passa; vergognare per vergognarsi, levare per levarsi, maravigliare per maravigliarsi, riposare per riposarsi, disperare per disperarsi ecc. ecc. - Più galee delle sue affondarono in mare colle genti. G. Villani. - A guisa di ronzino, che aombri. Casa. - Schiva di più veder l'eterea luce Affrettò di morire.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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