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      Vite SS. Padri. - E più non disse e rimase turbato (si turbò, ma col concetto di durata). Dante. - Fur (furon) l'ossa mie per Ottavian sepolte. Dante. La Toscana e la Romagna per un ministro dell'imperatore occidentale era governata. Machiavelli. - Avvenne che per la reina e per tutti fu un gran rumore udito che per le fanti e' famigliari (e i familiari) si faceva in cucina. Boccaccio. - Intanto voce fu per me udita. Dante.
     
      § 17. FORMA RIFLESSIVO-PASSIVA. Invece del passivo propriamente detto è spessissimo adoperata la forma riflessiva in senso passivo. Abbiamo veduto la tendenza che molti verbi hanno, unendosi colle particelle pronominali, a cambiare il loro significato d'azione in quello di stato o passione (vedi sopra, § 5). Non è maraviglia pertanto, che la forma riflessiva abbia preso generalmente significato passivo, quando però non ne veniva equivoco, e si sia quindi potuta costruire col complemento di causa, nè più nè meno che i veri passivi. P. es. invece di dire la bestia è battuta dal padrone, possiamo dire la bestia si batte dal padrone, ovvero dal padrone si batte la bestia; modo da preferirsi coi verbi che involgono (come dicemmo sopra) un compimento d'azione.
     
      § 18. Quest'uso però è sottoposto alla legge che non ne debba nascere equivoco, cioè che non si abbia a intendere in senso riflessivo quel verbo che vuolsi far passivo. Quindi esso non si estende nè alla prima, nè alla seconda persona (non si direbbe io mi batto dal servo, nè tu ti biasimi dagli amici per dire io sono battuto ecc. io sono biasimato), ma soltanto alla terza singolare e plurale, all'infinito, al gerundio, al participio passato, e nella terza persona stessa non può avere per soggetto un pronome personale (come se si dicesse egli si batte per è battuto; colui, quegli, coloro si loda, si lodano da' buoni), ma un nome, ovvero un pronome di cosa (p. es. dei due abiti, questo s'indossa, quello si lava). Di più, si suole, ove vi fosse ombra d'equivoco, posporre il soggetto al verbo (p. es. si lodano i buoni, si vituperano i cattivi).


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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