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      (non si direbbe far cosė che).
     
      § 19. Come tale (cap. IX, § 12) si usa anche cosė in senso indeterminato. Opera naturale č ch'uom favella, Ma cosė o cosė (in tale o tal altro modo) natura lascia Poi fare a voi ecc. Dante. - Non dicestu (dicesti tu) cosė e cosė al prete che ti confessava (in tale e tal modo?) Boccaccio. - Arrossė cosė un poco. Firenzuola. - Nel parlar familiare cosė, cosė vale anche, mediocremente, poco bene, p. es. Come la fate voi? (come state?) Cosė, cosė. - Č pure indeterminato l'uso di cosė nel senso di a un dipresso, all'incirca. Falci fienaje, marroni .... per ricidere, lunghi due braccia o cosė. Palladio, Agric. - Io ho sessantaquattro anni o cosė. Fagiuoli.
      Cosė detto vale quello che chiamano cosė: nč si potrebbe usare sė detto in tal senso. - Nel luogo, cosė detto, del Bottegone ecc.
     
      § 20. AVVERBII DIMOSTRATIVI INDETERMINATI. Fra i dimostrativi indeterminati di tempo devesi fare qualche osservazione sull'avverbio mai. Esso significa propriamente alcuna volta, ma ha senso di mezza negazione: quindi o deve esser preceduto da un avverbio negativo (non, nč), o puō lasciarlo, ma allora deve essere anteposto al suo verbo. Se tu digiuni, io non mangio mai; se tu vegghi (vegli), io mai non dormo. Passavanti. - I Perugini per loro alterigia mai si vollero dichinare (inchinare) ad alcuno accordo. Villani. - Gli avari mai sono lieti. Pandolfini.
      Nelle proposizioni interrogative o dubitative od esclamative l'avverbio mai si aggiunge per energia. (Cfr. addietro, P. I, cap.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Boccaccio Agric Bottegone Perugini Cfr