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      - Levamiti d'attorno. Leopardi. - Siedimi qui accanto. Leopardi. - Quanto è migliore (meglio) i benefizii che ti sono stati fatti dagli amici, averli alle mani e offerirli, non gittarli loro dietro. Varchi. - Son pazzo a pensarci su. Alfieri. - Facendovi sopra un poco di meditazione. G. Gozzi. - Vi so dir io che troverete un gran miracolo se ci date dentro. Bellini. - Senza adoprasi nello stesso modo dopo la avverbiale ne; p. es. non ne posso far senza, non ne volle star senza;
      quando faccia loro da termine un avverbio locale anteposto; lì, là, ivi, costì, laggiù ecc. ecc. Ivi entro (si parla d'una fonte) gittava tant'acqua e sì alta verso il cielo ecc. (ivi entro, cioè, dentro quella fonte). Boccaccio. - Ivi presso (presso a quel luogo) correva un fiumicel di vernaccia. Boccaccio. - Venir m'indusse ad una sua fortezza Ch'è qui presso (presso a questo luogo). Ariosto. - Corse ad una villa ivi vicino. Boccaccio. - Gli mostrò un uscio e disse: entrate là entro (dentro quel luogo). Boccaccio;
      quando il nome che farebbe da termine si sottintende ripetuto. Quando con arme e quando senza (senz'arme) gire (andare) Penteo usava. Boccaccio. - Colson (colser) dell'erba con radici e senza. Ariosto. Non sarebbe detto bene con e senz'arme, con e senza radici, come usano oggi;
      quando il termine si può sottintendere dal contesto, o se ne prescinde affatto. Così adopransi spesso a mo' di veri avverbii le preposizioni improprie prima, dopo, innanzi, dietro, dentro, fuori, vicino, lontano, addosso, intorno, accanto, di rimpetto, di qua, di là ed altre somiglianti.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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