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      Talora per altro la sola che supplisce alla prepos. taciuta o sottintesa. Io non vi scrivo più a lungo, chè l'ora è tarda (chè per perchè). Algarotti. - Fate presto, che possiam rimetterci in via (che vale affinchè). Grossi. - Siam qui soli che nessun ci sente (che vale di modo che o sim.). Manzoni.
     
      § 9. La cong. che preceduta da un avverbio dimostrativo o quantitativo o da uno de' comparativi irregolari di forma latina serve alle comparazioni, onde abbiamo i costrutti così .... che, tanto .... che, più .... che, meno .... che, altro .... che, maggiore, minore .... che ecc. (Vedi la Parte II).
      Invece di altro .... che eccettuativo si usa pure il semplice che. (Quest'uomo) non vede che la sua causa, non sente che la sua passione, non cura che il suo punto. Manzoni. Ma l'uso troppo frequente, o fatto senza necessità, di questo modo ha odore di forestiero.
      La proposizione coordinata ad un'altra cominciante da un semplice che ripete la congiunzione, quando lo richiede la chiarezza. L'effetto è che a paragone degli antichi noi siamo poco più che bambini, e che gli antichi a confronto nostro si può dire più che mai che furono uomini. Leopardi. - La ragione è che la natura non va a salti e che forzando la natura, non si fanno effetti che durino. Leopardi.
      Talora anche la proposizione coordinata ad un'altra col che in composizione d'un avverbio ripete, per maggior chiarezza, la cong. che. Questo accidente, ancorchè fusse temerario e che egli avesse avuto quel fine che sogliono simili moti avere, dette speranza ai grandi di potere sforzare il popolo.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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