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      Se il soggetto cambia, questi verbi richiedon la proposizione esplicita, p. es. so che stai bene, temo che la cosa vada male, dichiaro che non verrai meco ecc. ecc.
      Quindi non č da ammettersi l'uso dell'infinito con di, quando il soggetto cambia. P. es. Kant nega al tutto di potersi dimostrare colla ragione teoretica la veritą della religione cristiana. Rosmini. - Voi avete inteso dire di aver questa fatto cambiare la faccia della scienza filosofica. Galluppi: ne' quali esempi doveva regolarmente espellersi il di, lasciando solo l'infinito seguente.
      Quei verbi che son capaci d'un reggimento di scopo con a (vedi cap. preced., § 19) si possono costruire anche colla preposizione a, p. es. ti prego di venir meco, ovvero a venir meco, ti consiglio di viver da buon cristiano, ovvero a viver ecc. ti persuasi a leggere i nostri classici.
     
      § 11. I verbi che nella proposizione esplicita avrebbero non, posson conservarlo anche nella proposizione implicita. Diragli da mia parte che si guardi di non aver troppo creduto o di non credere alle favole di Giannotto. Boccaccio. - Il nostro beato Giobbe temendo di non cadere e di non peccare per tanti obbrobrii, rivocņ sč medesimo a stato di fidanza. S. Gregorio.
     
      § 12. INFINITO OGGETTIVO COL SOGGETTO ESPRESSO. Č frequente anche nell'uso moderno dopo i verbi fare, lasciare, vedere, udire, sentire e sim. Odi greggi belar, muggire armenti. Leopardi. - S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi sulla ghiaja del lido. Manzoni. - In tali costrutti la proposizione subordinata viene a confondersi di maniera colla principale, che il soggetto di quella diviene oggetto di questa (Vedi P. I, cap.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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