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      Manzoni.
      Tali rinforzamenti possono come ben s'intende, aver luogo anche nelle altre due forme della proposizione. Vedine un esempio P. II, cap. V, § 3 e un altro qui sopra § 3.
     
      § 4. FORMA NEGATIVA. La proposizione negativa accompagna il verbo con parole di negazione, le quali possono essere avverbii o pronomi. Gli avverbii di negazione sono non e nč equivalente a e non, e i composti di questo, neppure, nemmeno, neanche e nelle proposizioni implicite e nei complementi la prep. senza. I pronomi negativi sono nessuno o niuno e nulla o niente. (Vedi P. I, cap. X, § 29 e seg.).
      Non e nč hanno di per sč forza negativa, tanto se siano anteposti, quanto se siano posposti al verbo principale d'una proposizione; p. es. non voleva mangiare nč bere; posso non concedergli quello che desidera; non dico questo nč cotesto. Quindi se siano ripetuti (non .... non, nč .... non) mutano il senso della proposizione di negativo in affermativo; p. es. non posso non farlo, nč vorrei, anche potendo, non farlo, che equivale a dire: debbo farlo e vorrei farlo. - Trovandomi, si puō dire, alla foresta, non posso non essere esposto a tutti che mi vengono innanzi. Caro. Lo stesso avviene della prep. senza preceduta da non o nč. Non senza maraviglia (= con maraviglia) ho pių volte considerato donde nasca un errore ecc. Castiglione.
     
      § 5. Gli altri avverbii negativi nemmeno ecc. e anche nč .... nč ecc. usate in modo correlativo, e cosė pure i pronomi nessuno, nulla, niente, conservano di per sč forza negativa, soltanto quando siano anteposti al verbo principale della proposizione; p. es. nč questo, nč quello mi piace; neppur questo fa per me; nessuno mi lusinga.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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