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      L'indicativo e il condizionale lasciano al concetto della prop. subordinata la sua realtà, sia assoluta o pure condizionata: il congiuntivo invece indica che il concetto della proposizione subordinata è soltanto un'opinione, un pensiero, un'aspettazione del soggetto della principale. So che tu sei valoroso vale quanto tu sei valoroso e io lo so; so, conosco questo fatto, cioè che tu sei ecc. Al contrario Credo che tu sia valoroso vuol dire Ho in me l'opinione, la credenza del tuo valore. Nel primo caso il tuo valore si dà come sicuro in sè stesso, nel secondo si pone come sicuro solo rispetto a chi lo crede. L'uso dunque del congiuntivo indica cosa incerta, possibile, indeterminata; mentre quello dell'indicativo denota sempre cosa certa e affermata come reale e determinata. (Vedi P. I, cap. XVII e XIX). Scorrendo le diverse specie delle proposizioni subordinate, vediamo quando si usi in ciascuna l'uno o l'altro di questi modi.
     
      § 2. Nelle PROPOSIZIONI ATTRIBUTIVE (vedi P. II, cap. V, § 1) si usa regolarmente l'indicativo (vedi gli esempi, loc. cit.). Si eccettuano i seguenti casi ne' quali sta il congiuntivo:
      quando il predicato sia preso in un senso generico e indeterminato. Si deliberò di richiamare tutti i cittadini così Ghibellini come Guelfi, che si trovassero fuora (fuori). Machiavelli. - Di qua e di là si spargono, ed han tosto Presa ogni strada onde si possa uscire. Ariosto. - Il capo chino Tenea com'uom che riverente vada. Dante: e così spesso nelle comparazioni, benchè vi si possa usare anche l'indicativo; p. es.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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