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      Nelle terze persone singolari e plurali dell'indicativo, congiuntivo e condizionale spesso, anche nell'uso moderno, la part. si vien posposta; p. es. narrasi, direbbesi, facciasi, dicasi, credevasi, fecesi, erasi creduto ecc. narransi, diconsi, eransi ecc.
     
      § 16. Se l'imperativo, l'infinito, il gerundio sono preceduti immediatamente da una negativa (non, nè), la particella congiuntiva regolarmente si antepone. Non vi maravigliate, ma credete ecc. Dante. - Per non si morir di sete deliberarono di buscar luogo, dove fosse dell'acqua. Firenzuola. - Sempre facessi vista di non li vedere e non li udire. Firenzuola. - Cavando il conio, nè si accorgendo di metter l'altro più basso .... il querciuolo si riserrò. Firenzuola. - Non li potendo perseguitare. Guicciardini.
      Coll'infinito e il gerundio la particella si può, ugualmente bene, posporre. Io mi sento al fine della mia vita, non essendosi potuto trovar mai rimedio ecc. Tasso. - Per non smarrirsi. Dante.
     
      § 17. Se un infinito dipende da un altro verbo, come potere, volere, dovere, sapere (nel senso di potere), cominciare o finire di; andare o mandare a ecc. o un gerundio dipende da andare, stare ecc. (Vedi P. I, cap. XVI, § 22 e seg.), la particella o le particelle congiuntive tanto possono appiccarsi all'infinito e al gerundio, quanto accompagnarsi col verbo che li regge. L'aquila già la voleva ciuffare (o voleva ciuffarla). Firenzuola. - Saprebbe insegnarmi la strada più corta ecc. (o mi saprebbe ecc.)? Manzoni. - Vi sto attendendo colla maggiore impazienza (o sto attendendovi). Ganganelli.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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