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      IV, § 3, nota).
     
      CAPITOLO IV
     
      Collocazione dei segni d'interpunzione.
     
      § 1. Dopo avere a parte a parte studiato le diverse maniere delle proposizioni e la loro collocazione reciproca, è questo il luogo opportuno di determinare l'uso da farsi dei segni d'interpunzione, come di quelli che prendon norma dal senso, e secondano le pose or più forti, or più deboli, che cadono fra l'un pensiero e l'altro.
      Senza parlare di quei segni che hanno un valore fisso e chiaro di per sè, come il punto interrogativo, l'ammirativo, le virgolette, ed altri (vedi la Grammatica); noi ci arresteremo su quelli che governano il vario e molteplice procedere del sentimento nelle proposizioni, nei gruppi di esse, e nell'intero discorso, e indicheremo quelle norme generali che la maggior parte degli scrittori moderni sogliono seguire; lasciando molte eccezioni al criterio od al gusto di chi scrive. Tali segni si riducono a quattro: alla virgola, al punto e virgola, a' due punti ed al punto, o punto fermo; oltre la parentesi.
     
      § 2. LA VIRGOLA. La virgola vale a notare graficamente una leggiera interruzione o sosta fra pensiero e pensiero.
      I. Fra proposizioni legate per subordinazione si suol porre la virgola, e quando la subordinata vien dopo alla sua principale o reggente, la virgola si colloca innanzi alla congiunzione da cui incomincia. Nessun maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita. Leopardi. - Quando è finta, la malinconia per breve spazio può piacere. Leopardi.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Grammatica Fra