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      Qui per altro gli scrittori procedono molto variamente, o spesseggiando le virgole, anche senza necessità, come il Manzoni; o diradandole, come il Leopardi e il Giordani.
      L'apposizione, quando consiste in una parola o frase che, a modo d'aggettivo, determina un sostantivo, non inframmette la virgola; p. es. Alfonso il Magnanimo, Plinio il giovane ecc., Carlo imperatore; la inframmette bensì, quando, dopo un sostantivo od una proposizione, forma un concetto nuovo che illustra il primo. Lecco, la principale di quelle terre ecc. Manzoni.
      IV. Tanto le proposizioni esplicite, quanto le implicite si chiudono tra due virgole, allorchè diventano incidenti, cioè quando sono inserite in mezzo agli elementi di un'altra proposizione. Quanto alle implicite, bisogna però distinguer due casi:
      se l'incidente cambia soggetto, è sempre obbligo chiuderla fra due virgole; p. es. Allora Gualtieri, presala per mano, la menò fuori. Boccaccio. - Stesicoro, avendo gli Imerei eletto per generale dell'esercito Falari lor capitano ..., dopo dette l'altre cose, soggiunge questa favola. Caro.
      se però l'incidente dipende dal soggetto stesso della principale, senza interruzione d'altre parole, o dopo congiunzioni, si può omettere, salva la chiarezza, la virgola precedente. - Gli uomini compiacendosi insaziabilmente di riguardare il cielo e la terra .... crescevano con molto contento. Leopardi. - Molti ridendo a questi miei vani pensieri, giudicheranno temerario ecc. Giordani. - Alcuni scritti .... sono perpetuamente esclusi dalla celebrità, o stati pure in luce per breve tempo, cadono e si dileguano.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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