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      Quindi gli è certo che la nuova applicazione alla distinzione antica fra le due dive ebbe origine da Socrate. Ma, nel Banchetto di Senofonte, lo scopo non è d'ingannare gli Ateniesi rispetto alla natura di quelle conversazioni che i loro grandi uomini tenevano colle Aspasie de' loro tempi. Il discorso di Socrate mira a far ravvedere e vergognare coloro fra' suoi concittadini, i quali furono ammiratori soverchio passionati della bellezza in entrambi i sessi. "La bellezza (egli dice) è rischiarata da una luce che mi guida ed invita a contemplare l'anima che abita una tal forma; e se l'anima è tanto bella quanto il corpo, è impossibile non amarla. Ma non si può dare bellezza d'anima senza purità, e la purità di chi più caramente amo fa me pure uomo buono. Però, siccome l'oggetto della tua tenerezza ti si fa più caro a misura che vai discoprendo in esso nuove doti, e siccome ti è grato vedere che anche da altri s'ammiri, così t'importa di conservarlo mondo d'ogni macchia. Col corrompere la morale tu deformi ed avvilisci l'anima, di cui vorresti sublimare la perfezione; e questa deformità traspira pur anche nell'aspetto. Non affermerò io già che vi sieno realmente due Veneri; ma, poichè veggo esservi templi sacri alla Celeste, ed altri alla Terrestre Venere, e sacrificarsi entro i primi con cerimonie più scrupolose e con vittime più pure, presumo che le due dive sussistano almeno negli effetti loro. La Venere volgare infiamma le passioni verso il corpo; la celeste Venere ispira amore verso l'anima, e trae ad onesti vincoli e ad opere virtuose.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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