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      Debbo io entrare in altra via? Pietà di me, padre mio!" Pochi mesi dopo la data di questa lettera, ebbe principio la sua conoscenza con Laura:
     
      Io che l'esca amorosa al petto avea,
      Qual maraviglia se di subit'arsi?
     
      La raccolta de' suoi versi comparata alla sua corrispondenza e a tali altri scritti che non intendeva dovessero pubblicarsi, porta seco il progressivo calore di una narrativa, nella quale identifichiamo sempre il poeta con l'uomo, perchè fu accurato nel collocare le sue composizioni secondo l'ordine del tempo; e spesso allude all'occasione che le fe' nascere. Per verità, assai di tali circostanze sono sì frivole in sè, e i poetici ornamenti sì destramente usati a coprire domestici casi, che difficilmente fermano l'attenzione di lettori scaldati all'ardore degli affetti, abbagliati allo splendore delle imagini, attoniti alla elevazione de' concetti e rapiti dalla varietà e melodia della versificazione.
      VIII. Da prima il Petrarca vide in Laura soltanto la bellissima delle donne; quella ch'era suo fato l'amare, e che ispirava e nobilitava il suo ingegno: ambiva la gloria solo per potersene assicurare la stima e l'affetto, e sperava di aver trovato la felicità in terra(16). Poi scoprì che le forme e le virtù di lei erano angeliche, - che l'amor suo ardeva unicamente per rischiarare e purificare il suo cuore, - per acquetare la sua mente, - per mettere in armonia quelle facoltà che altrimenti sarebbono state preda di perpetua agitazione, - per levare al cielo i desiderii e i pensieri suoi; e, per poterla alzare sopra ogni terrestre idea, non accenna mai esplicitamente come fosse obbligata a partecipare del letto con un altro.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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