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      Alla fine però sentì e confessò, "lei essere donna; lui esser preso delle sue forme; lei esser la sola che fosse mai parsa donna agli occhi suoi:"
     
      Chiare, fresche e dolci acque,
      Ove le belle membraPose colei che sola a me par donna;
     
      e ardeva "d' invidia, di gelosia e d'amore:"
     
      D'amor, di gelosia, d'invidia ardendo.
     
      Invidiava Pigmalione, "che potè avvivare d'anima e d'amore la statua, fattura delle proprie mani." Ma pare insieme non essergli sfuggito, che la più bella parte di sua vita fu consunta nel culto superstizioso di una deità, che forse merita di essere ricalata giù sulla terra, donde la fatale fantasia del poeta l'aveva sollevata. Ei chiama l'alterezza di Laura "orgoglio," e la sua avversione a ogni specie di bassezza, "affettazione e ritrosia:"
     
      Ed in donna amorosa ancor m'aggrada,
      Che 'n vista vada altera e disdegnosa;
      Non superba e ritrosa.
      Amor regge suo imperio senza spada.
     
      Alle illusioni di una passione pura seguitano i desiderii di un amore impaziente, che esce in parole ed in versi troppo chiari ond'essere citati, e che non sono comunemente osservati, perchè la tradizione ci reca a leggere il Petrarca con prevenzione che l'amore ne fosse platonico. Non venne ammesso in casa di Laura se non raramente, e solo parecchi anni dopo il primo loro incontro. "Io invecchio," dic'egli, "ed ella invecchia. Comincio a perdere speranza, e pure il tempo sembrami passar lento, fino a che non ci verrà conceduto di stare insieme senza il timore di perderci:" -
     
      Ma sia che può, già solo io non invecchio.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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