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      Ma io me consolo con el detto de M. Tullio, Vera laus fit a laudato viro. Hor pensate voi, præstantissimo Misser Jacopo, se el me ponno le costoro ineptie et cicalecci portar duolo. El me rincresce pur assai che el nostro virtuosissimo M. Bernardo el sia molestato da el suo consueto male, come voi me ne date aviso con la vostra lictera: homo così excellente el fora dovere che non patisse male alcuno, se così el fosse en piacere de Iddio. El salute a nome mio, et sappia che molto me duole de ello. El ve prego ad excusarme appresso el Reverendiss. Card. M. Joanne, vostro fratello, de el non haver data opera en trovar el libro che el me disse; imperciocchè, en questi pochi momenti che ho dimorato appresso el serenissimo Re Roberto non sono stato niente mio, e volendo partire per Roma, non me ha vacato el salutare alcuno amico. Me commendi en gratia de excell. M. Stephano, vostro honoratissimo padre, et Franciscum tuum tuis jucundissimis epistolis exilarare non desinas. Vale. Neapol. VIII kal. aprilis, M. CCCXLI.
      Tibi de voluntate et debito deditissimus F. Petrarcha."
      II. Tre anni dopo la data di questa lettera, al Petrarca coronato in Roma crebbero colla fama i redditi. Re Roberto di Napoli lo condusse allora a suo cappellano, dispensandolo dalla residenza in corte. Tornò a Valchiusa; e la Santa Sede questa volta impose a forza il suo patrocinio ad uno scrittore, cui la celebrità e la indipendenza di carattere facevano davvero formidabile. Non volle mai prendere gli ordini sacri per non porsi in condizione da accettare un vescovado, e rifiutò l'ufficio di segretario apostolico sotto tre papi.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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