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      (76) Preti, già curvi sotto il peso degli anni, danzando colle loro adultere ignude intorno all'altare; e Belzebub nel mezzo stuzzicantene le concupiscenze con ispecchi, che ripetevano l'imagine de' dissoluti loro dimenari, e delle lascive loro figure."(77) - Nè pago di sì fatta dipintura mandata in lettera latina ad un amico, la pubblicò in versi italiani:
     
      Per le camere tue fanciulle e vecchiVanno trescando, e Belzebub in mezzo,
      Co' mantici e col foco e con gli specchi.
     
      Il Petrarca fu nondimeno trattenuto ad Avignone fino alla virilità dalle sventure della sua famiglia; e Laura di poi lo trasse sovente a una città, della quale non parla mai se non con orrore.
      III. Avvenuta indi la riforma, i cattolici francesi diedero mala voce al Petrarca per le sue invettive contro la corte d'Avignone:(78) se non che in un secolo semi-civile un sommo poeta è raggiante divinità;(79) e nel decimoquarto secolo il carnefice non avrebbe portato la mano sopra un capo fatto sacro dall'alloro.(80) Innocenzio VI teneva il Petrarca per negromante, ma non ardì mandarlo al palo; e non pertanto il Poeta lo chiamò: "un orso sospettoso e indolente, per la cui salvatichezza, il fasto e la rilassatezza del predecessore ottennero remissione".(81) Pure Innocenzio fece ogni sforzo per ammansarlo con onori e cortesie, e frattanto a' cardinali che maggioreggiavano, non venne fatto d'indurlo a baciargli il piede.(82) Per cedere al suo impulso di dire quanto pensava e sentiva, il Petrarca si giovò di quella fama, all'altezza della quale non fu autore che mai si levasse in sua vita.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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