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      E perchè è storia che abbraccia seicento e più anni, e lo spazio del tempo non mi consentirebbe d'illustrare con moltitudine di riflessioni la lunghissima serie de' fatti, sopprimerò le riflessioni per lasciar luogo ai fatti, tanto più che le riflessioni essendomi proprie, possono essere vere, e false, e dubbie; - ma i fatti appartengono alla verità, ed hanno in sè stessi tale ingenito vigore da eccitare da sè soli le altrui menti a fare considerazioni migliori di quelle che io non potrei suggerire. Tuttavia, per render meno necessario l'accompagnamento di riflessioni co' fatti ch'io vado esponendo, mi gioverà di far precedere sulla critica letteraria risguardante le lingue una osservazione generale, che poscia, senza essere ripetuta, si andrà applicando da sè medesima in tutto il processo della mia narrazione.
      La distinzione che si è fatta sempre, e che si continua pur sempre in letteratura, di lingua e di idee è soggetta ad oscurità ed incertezza, e ad errori, come pure sono tutte quante le distinzioni di cose, le quali non si trovano mai disunite fra loro. Tale è nelle scienze fisiche la distinzione di forma e materia; - ma senza materia non vi sarebbe mai forma, e siccome la materia non può apparir mai a' nostri sensi che sotto una forma qualunque, così ne viene di conseguenza che ogni ragionamento fatto da noi, ogni sistema coltivato mediante la distinzione di materia e forma crolla inevitabilmente da sè, perchè si fonda sopra nozioni astratte di cose che realmente non esistono se non sì strettamente connesse, che non si può separarle senza distruggerle; - e quindi ne devono risultare delle teorie ed applicazioni fallaci.


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Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176