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      Oh, potess'io venire a vo', amorosa,
      Come 'l ladrone ascoso, e non paresse!
      Ben mi terria in gioia avventurosa,
      Se Amor di tanto bene mi facesse.
      I' ben parlante, Donna, con voi fora,
      E direi come v'ami dolcementePiù che Piramo Tisbe; e lungamente
      I' v'ameraggio, in sin ch'io viva, ancora.
     
      Pietro delle Vigne ha inoltre il merito di avere inventati molti nuovi metri di canzoni e stanze diverse da quelle usate da' Provenzali, e particolarmente la breve composizione conosciuta in tutta l'Europa con la denominazione di Sonetto. - Ogni lettore di Dante sa che Pietro morì di suicidio; ma non v'è storico, o dotto uomo italiano o straniero, che abbia mai potuto rintracciare la cagione della tragica morte di quest'uomo straordinario: - e quel più che sappiamo, oltre quello che ne disse Dante, è brevemente accennato da Matteo Paris, storico inglese che morì uno o due anni dopo Pietro delle Vigne; e che, contemporaneo, meriterebbe fede, se il suo amore per la verità non fosse stato vinto da' pregiudizj monastici sull'ateismo di Pietro. Però dalle romanzesche circostanze, e dalle soprannaturali cagioni assegnate alla morte di Pietro delle Vigne dagli antichi scrittori, l'unica verità che si può accertare, è che, avendo egli perduto il favore di Federigo, fu condannato a perdere gli occhi, e ad una perpetua prigione, ove egli si uccise da sè. Dante nel suo viaggio all'Inferno entra in una foresta dove le anime de' suicidi erano condannate a star rinchiuse in alberi di trista apparenza:
     
      Non era ancor di là Nesso arrivato,


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Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176

   





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