Pagina (116/176)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ŧ - Or va, conclude il discepolo del Boccaccio, va tu, povero letterato, a romperti il capo per comporre de' libri.
      Tali erano gli ostacoli che quest'uomo benemerito ha dovuto superare a promovere col Petrarca la civilizzazione del suo secolo; ed era debito di tarda, ma religiosa giustizia il manifestare, che in questa parte la porzione di ricordanza riconoscente ch'ei s'aspettava da' posteri fu assegnata quasi tutta al suo pių fortunato contemporaneo. Non concluderemo la nostra osservazione senza pagare un altro debito alla memoria del Boccaccio. La inverecondia delle Novelle, e la loro tendenza morale non puō nč giustificarsi, nč attenuarsi: ma tanti scrittori, che, segnatamente in Inghilterra, ripetono quasi di anno in anno la censura meritata dal Boccaccio, pare che non sappiamo come, quasi subito dopo che egli ebbe pubblicate le sue Novelle, se ne pentė. Pur troppo lo studio della lingua e dello stile fu pretesto a gratificare l'immaginazione de' lettori di fantasie, alle quali tutti propendono, e sono costretti a dissimularle; nč le Novelle del Boccaccio avrebbero predominato su la letteratura se fossero state pių caste. L'arte di additare cose bramate e vietarle adula insieme ed irrita le passioni, e giova efficacemente a governare la coscienza e de' fanciulli e de' barbati e dei prudentissimi vecchi. Onde i Gesuiti non sė tosto s'insignorirono delle scuole d'Italia, adottarono quel libro, mutilato come avevano fatto de' poeti licenziosi latini; ma i passi mutilati sono i pių desiderati appunto perchč mancano, e l'immaginazione della gioventų vi supplisce idee peggiori che non avrebbero forse trovato ne' libri, se fossero interi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176

   





Boccaccio Petrarca Boccaccio Novelle Inghilterra Boccaccio Novelle Novelle Boccaccio Gesuiti Italia