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      Cos'è più l'universo? qual parte mai della terra potrà sostenermi senza Teresa? e mi pare di esserle lontano sognando. Ho avuto io tanta costanza? e m'è bastato il cuore di partire così – senza vederla? né un bacio, né un unico addio! A minuto a minuto credo di trovarmi alla porta della sua casa, e di leggere nella mestizia del suo volto, che m'ama. Fuggo; e con che velocità ogni minuto mi porta ognor più lontano da lei. E intanto? quante care illusioni! ma io l'ho perduta. Non so più obbedire né alla mia volontà, né alla mia ragione, né al mio cuore sbalordito: mi lascierò strascinare dal braccio prepotente del mio destino. Addio.
      Ferrara, 20 Luglio, a seraIo traversava il Po e rimirava le immense sue acque, e più volte fui per precipitarmi, e profondarmi, e perdermi per sempre. Tutto è un punto! – ah s'io non avessi una madre cara e sventurata a cui la mia morte costerebbe amarissime lagrime!
      Né finirò così da codardo. Sosterrò tutta la mia sciagura; berrò fino all'ultima lagrima il pianto che mi fu assegnato dal Cielo; e quando le difese saranno vane, disperate tutte le passioni, tutte le forze consunte; quando io avrò coraggio di mirare la Morte in faccia, e ragionare pacatamente con lei, ed assaporare l'amaro suo calice, ed espiate le altrui lagrime, e disperato di rasciugarle – allora.
      Ma ora ch'io parlo non è forse tutto perduto? e non mi resta che la sola memoria e la certezza che tutto è perduto: – hai tu provata mai quella piena di dolore quando ci abbandonano tutte le speranze?


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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