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      No, no; non voglio più respirare quest'aria fumante sempre del sangue de' miseri. – E dove?
      Firenze, 27 Agosto
      Dianzi io adorava le sepolture di Galileo, del Machiavelli, e di Michelangelo; e nell'appressarmivi io tremava preso da brivido. Coloro che hanno eretti que' mausolei sperano forse di scolparsi della povertà e delle carceri con le quali i loro avi punivano la grandezza di que' divini intelletti? Oh quanti perseguitati nel nostro secolo saranno venerati da' posteri! Ma e le persecuzioni a' vivi, e gli onori a' morti sono documenti della maligna ambizione che rode l'umano gregge.
      Presso a que' marmi mi parea di rivivere in quegli anni miei fervidi, quand'io vegliando su gli scritti de' grandi mortali mi gittava con la immaginazione fra i plausi delle generazioni future. Ma ora troppo alte cose per me! – e pazze forse. La mia mente è cieca, le membra vacillanti, e il cuore guasto qui – nel profondo.
      Ritienti le commendatizie di cui mi scrivi: quelle che mi mandasti io le ho bruciate. Non voglio più oltraggi, né favori da veruno degli uomini potenti. L'unico mortale ch'io desiderava conoscere era Vittorio Alfieri; ma odo dire ch'ei non accoglie persone nuove: né io presumo di fargli rompere questo suo proponimento che deriva forse da' tempi, da' suoi studj, e più ancora dalle sue passioni e dall'esperienza del momdo. E fosse anche una debolezza, le debolezze di sì fatti mortali vanno rispettate; e chi n'è senza, scagli la prima pietra.
      Firenze, 7 Settembre
      Spalanca le finestre, o Lorenzo, e saluta dalla mia stanza i miei colli.


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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