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      Sua madre gli si approssimò, e mentr'ei rizzandosi dalla seggiola andavale incontro con le braccia aperte, essa con volto rassegnato gli disse: Hai dunque risoluto, mio caro figliuolo?
      Sì, sì; le rispose abbracciandola e frenando a stento le lagrime.
      Chi sa se potrò più rivederti? io sono oramai vecchia e stanca. –
      Ci rivedremo, forse – mia cara madre, consolatevi, ci rivedremo – per non lasciarci mai più; ma adesso: – ne può far fede Lorenzo.
      Ella si volse impaurita verso di me, ed io, Pur troppo! le dissi. E le narrai come le persecuzioni tornavano a incrudelire per la guerra imminente; e che il pericolo sovrastava a me pure, massime dopo quelle lettere che ci furono intercette: (e non erano falsi sospetti; perché dopo pochi mesi fui costretto ad abbandonare la patria mia). Ed essa allora esclamò: Vivi mio figliuolo, benché lontano da me. Dopo la morte di tuo padre non ho più avuto un'ora di bene; sperava di consolare teco la mia vecchiezza! – ma sia fatta la volontà del Signore. Vivi! io scelgo di piangere senza di te, piuttosto che vederti – imprigionato – morto. I singhiozzi le soffocavano la parola.
      Jacopo strinse la mano e la guardava come se volesse affidarle un secreto; ma ben tosto si ricompose, e le chiese la sua benedizione.
      Ed ella alzando le palme: Ti benedico – Ti benedico; e piaccia anche a Dio Onnipotente di benedirti.
      Avvicinatisi alla scala s'abbracciarono. Quella donna sconsolata appoggiò la testa sul petto del suo figliuolo.
      Scesero, ed io con loro; la madre come giunsero all'uscio di casa, e vide l'aria aperta, sollevò gli occhi, e li tenne fissi al cielo per due o tre minuti, e parea che pregasse mentalmente con tutto il fervore dell'anima sua; e che quell'atto le avesse ridato la prima rassegnazione.


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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Lorenzo Vivi Dio Onnipotente