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      Ed io sento in me stesso che agli estremi mali non resta che la colpa o la morte. – Consolati, Teresa; quel Dio a cui tu ricorri con tanta pietà, se degna d'alcuna cura la vita e la morte di una umile creatura, non ritirerà il suo sguardo neppure da me. Sa ch'io non posso resistere più; e ha veduto i combattimenti che ho sostenuto prima di giungere alla risoluzione fatale; ed ha udito con quante preghiere l'ho supplicato perché mi allontanasse questo calice amaro. Addio dunque – addio all'universo! O amica mia! la sorgente delle lagrime è in me dunque inesausta? io torno a piangere e a tremare ma per poco; tutto in breve sarà annichilito. Ahi! le mie passioni vivono, ed ardono, e mi possedono ancora: e quando la notte eterna rapirà il mondo a questi occhi, allora solo seppellirò meco i miei desiderj e il mio pianto. Ma gli occhi miei lagrimosi ti cercano ancora prima di chiudersi per sempre. Ti vedrò, ti vedrò per l'ultima volta, ti lascierò gli ultimi addio, e prenderò da te le tue lagrime, unico frutto di tanto amore!
      Io giungeva alle ore 5 da Venezia, e lo incontrai pochi passi fuori della sua porta, mentr'ei s'avviava appunto per dire addio a Teresa. La mia venuta improvvisa lo costernò; e molto più il mio divisamento di accompagnarlo sino ad Ancona. Me ne ringraziava affettuosamente e tentò ogni via di distormene; ma veggendo ch'io persisteva si tacque; e mi chiese di andare seco lui fino a casa T***. Lungo il cammino non parlò; andava lento, ed aveva in volto una mestissima sicurezza: ah doveva io pure avvedermi che in quel momento egli rivolgeva nell'animo i supremi pensieri!


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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