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      Ogni volta che c'è un affetto in un sogno, esso si trova anche nei pensieri del sogno. Ma non viceversa. Un sogno è generalmente più povero di affetto del materiale psichico dalla cui elaborazione proviene. Quando ho ricostruito i pensieri del sogno, generalmente scopro che in essi i più intensi impulsi psichici lottano per farsi sentire e lottano in genere contro altri che sono in acuto contrasto con essi. Se poi ritorno al sogno esso appare spesso sbiadito e privo di tonalità emotiva di notevole intensità. Il lavoro onirico ha ridotto a un livello di indifferenza non solo il contenuto ma spesso anche il tono emotivo dei miei pensieri. Si potrebbe dire che il lavoro onirico determina una repressione di affetti.
     
      L'inibizione di affetto [...] deve essere considerata la seconda conseguenza della censura dei sogni, come la deformazione del sogno ne è la conseguenza prima.
     
      Come le rappresentazioni di cose possono apparire nei sogni trasformate nei loro opposti, così anche gli affetti collegati ai pensieri del sogno; e sembra probabile che questa inversione di affetti sia prodotta in genere dalla censura del sogno. Nella vita sociale, ci serviamo ugualmente della repressione e dell'inversione degli affetti, principalmente a scopo di dissimulazione.
     
      Solo i rimproveri in cui c'è qualcosa di vero feriscono; solo quelli ci turbano.
     
      La mia vita emotiva ha sempre richiesto un amico intimo e un nemico odiato. Sono sempre riuscito a procurarmene di nuovi ed è anzi successo spesso che la situazione ideale dell'infanzia si sia riprodotta così completamente da riunire nella stessa persona l'amico e il nemico, naturalmente non nello stesso momento o con continue oscillazioni, come deve essere successo nella mia prima infanzia.


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Aforismi e pensieri
di Sigmund Freud
pagine 120