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      In questo caso c'è una situazione diversa da ogni altra e che si può descrivere solo dicendo che ogni precedente fase di sviluppo sussiste e si conserva a fianco di quella che ne è derivata.
     
      Basta che un gran numero, che milioni di uomini si trovino riuniti, perché tutte le acquisizioni morali dei singoli individui svaniscano rapidamente, ed al loro posto restino solo gli atteggiamenti psichici più primitivi, più brutali. Risultato molto doloroso che si attenuerà forse man mano che l'evoluzione continuerà il suo cammino in avanti. Tuttavia noi crediamo che un po' più di franchezza e di sincerità nei rapporti tra gli uomini ed in quelli tra gli uomini ed i loro governanti, potrebbe aprire la strada a questa evoluzione.
     
      Per noi è assolutamente impossibile raffigurarci la nostra morte, ed ogni volta che tentiamo di farlo, ci rendiamo conto di assistervi da spettatori. È per questo che la scuola psicoanalitica si è ritenuta in diritto di affermare che, in fondo, nessuno crede alla propria morte, o, il che è lo stesso, che ciascuno è inconsciamente convinto della propria immortalità.
      Per quanto riguarda la morte degli altri, l'uomo civile evita accuratamente di parlare di questa eventualità in presenza della persona la cui morte sembra vicina. Solo i bambini non hanno questa discrezione e rivolgono minacce implicanti la possibilità della morte ed arrivano persino a dare per scontata la morte di una persona cara, dicendole, come fosse la cosa più naturale del mondo: “Cara mamma, quando tu sarai morta io farò questo o quello”. Da parte sua, l'uomo civile adulto non si sofferma sul pensiero della morte delle persone che gli sono vicine, perché ciò vorrebbe dire dar prova d'insensibilità o di cattiveria, tranne che nei casi, come quello del medico, dell'avvocato, ecc., in cui si è portati a pensarvi per preoccupazioni professionali.


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Aforismi e pensieri
di Sigmund Freud
pagine 120

   





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