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      Lucerna ardente per la pietà, lucida per la prudenza, inestinguibile per l'honore chiarissima, per la nobiltà, elevata per lo merito, & immortale per la gloria. Lucerna al cui bagliore l'Aquile sono Farfalle, & i Cigni sono Nottole; poiché volando innamorate del fulgore di essa a corteggiarla ossequiose, se pur se non debbo dir'abbagliate, le menti più aquiline; & i più candidi ingegni col guardo rintuzzato abbatton l'ale per venerarla prostrati. Parli la Gallia, e dirà, che non vide mai nella sua Regia Corte [170] chi de' Regij Ministri, Ambasciadori sensati fosse più grande di questo Nano, che pareggiò i Giganti col fasto dell'ostentatione, e superolli coll'eminenza del credito. Favelli la Germania, e confesserà, che questo Nano fu più candido, e più sublime delle di lui Alpi, delle quali egli superò la fortezza col petto heroico, penetrò le freddure col genio focoso, sorpassò l'altezza coll'ingegno elevato. Parli tutta l'Italia, & il Mondo tutto favelli; e che potrà dir'in concerto di tutte le lingue più terse, come più vere? Che il Nani è, una Sirena, se pur non è un Ulisse nell'Adriatico; una Pecchia delle più operose, che in bocca di un gran Lione, come quello di Marco, più di quel di Sansone famoso formino i favi; una Fenìce fra le Aquile, uno Fosforo fra le Stelle un Mercurio, se pur se non debbo dir'un Giove fra i Pianeti. Un Cigno per la candidezza, per l'armonia, per la penna, per la stanza, per la purità, per lo celibato, con cui liba il Cielo, svellendo il piè dal fango del senso, e spiccando il volo alla sublimità dell'Empireo; E con ragione arguta egli spiega un Cigno nel Gentilizio suo Stemma, essendo proprio de' Nani, come ad essi connaturale, il candore de' Cigni; Che se questi, per testimonio del medesimo Luciano, furono Assessores Apollinis: hor rinovato si vede questo attributo ne i Nani, che di Apollo son Consiglieri; E se già favoleggiò [171] la Poesia, che Giove per amor di Leda in un Cigno si trasformasse, hor dimostra la verità, che per amor di Minerva un Cigno si cangia in Giove, perché cotanto giova Battista Nani alla sua Republica verace Minerva.


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I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula
di Francesco Fulvio Frugoni
1681 pagine 413

   





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