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      E purgando i vapor d'Erronee lingue,
      In bel Seren fa campeggiar la Pace.
     
      XXXIII.
      La Casa dove nacque fu consagratain Chiesa.
     
      Modeste Mura, il Peregrin co i Voti
      V'inargenta, e co' Prieghi ognor v'indora,
      Perché nel vostro Cinto, humile, adoraNato di Gratie un Fonte ai Cor Divoti.
     
      XXXIV.
      Ubbidisce humilissimo a' suoi Genitori.
     
      È Francesco un Agnello a Chi l'osservaPiegar il capo ad ubbidir sì retto;
      Ch'Ei, per esser Signor del proprio Affetto,
      Vuol, che la Volontà sempre sia Serva.
     
      XXXV.
      È chiamato Geremia del suo Secolo.
     
      Piange Francesco, Geremia novello,
      De l'afflitta Sionne i torti, e langue,
      Perché non può smorzar nel proprio sangueL'impuro ardor di un Mondo a Dio rubello.
     
      [454]XXXVI.
      Vien condotto di dodici Anni da' Genitori
      alla Città di S. Marco in Calavria
      per adempimento del Voto.
     
      Ritien Marco, in Francesco, il suo Lione,
      Ma Lion, che non è fier, né giubbato:
      Lion, che, morto al Mondo, apre melatoLa bocca al Cielo, e par quel di Sansone.
     
      XXXVII.
      Riceve l'Habito Votivo de' Minori, perun Anno, restando in S. Marco.
     
      Chiude ravvido Sacco un gran Tesoro
      Nel Divoto Donzello, al Ciel sagrato,
      Che mentre scioglie il Voto, a Dio legato,
      Fra le angustie di un Chiostro ha il suo ristoro.
     
      XXXVIII.
      Disciplina sovente il suo tenero Corpo.
     
      Fermi, deh fermi il tuo braccio severoDe le fulminee Sferze il fiero scoppio,
      Che non ben si conforma un flagel doppioA l'Innocenza tua, Semplice Austero.
     
      XXXIX.
      Sue grandi Astinenze, e Vigilie in S. Marco.
     
      Sempre al caro Gesù svegliato pensa;
      Si ciba di sospir, lagrime beve;
      Quindi non saprei dir, se sia più lieve


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I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula
di Francesco Fulvio Frugoni
1681 pagine 413

   





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