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      Potrebbe chi volesse sostenere il nò appoggiarsi sù questo argomento, che nello stato d'amicizia, e di corrispondenza, in cui egli era, non ha potuto ignorare le cause della guerra, e molto più, se come è solito oggi in Europa, gli siano siate legalmente palesate, e rese manifeste. Or non potendo esser a meno, che in sentirle non abbia giudicato l'una delle due Potenze guerreggianti aver la ragione dal suo canto, l'altra aver torto, quel naturale ed universale dovere, che è in ogni uomo di soccorrere, e proteggere chi riceve ingiustizia, ed è sopraffatto, ed oppresso, lo dovranno muovere a romper l'amicizia sua coll'ingiusto aggressore, e mettersi dal canto di chi ha ragione, per difenderla secondo il suo potere.
      Che se a quest'argomento si opponesse la regola generale di Dritto di non doversi alcuno meschiare de' fatti altrui(42); si risponderebbe, che ben esaminandola non si adatta questa al caso de' Sovrani. La regola è vera soltanto tra' privati sottomessi al governo civile, ai quali è con ragione vietato meschiarsi de' fatti, e delle ingiustizie altrui, perchè vi è il Principe, organo supremo delle leggi, a cui solo è riservato il raffrenar le ingiustizie. Ma le Sovranità sono in stato di natura tra loro; non hanno Principe, non superiore, nè altro custode delle loro ragioni, fuorchè le proprie loro forze, o le riunite da' legami dell'amicizia, o dell'alleanza.
      Si avrebbe dunque a dire, che essendo l'amicizia il più dolce, il più naturale, il più virtuoso vincolo tra gli uomini(43); essendo la forza di essa tanta, che parve al più virtuoso degli antichi filosofi troppo ristretto confine de' doveri dell'amicizia il dire, che abbiasi per l'amico a fare tanto quanto per se medesimo si farebbe; e dimostrò doversi far talvolta di più per l'amico, che non per se medesimo(44) non possa dispensarsi il Principe amico dal soccorrere l'ingiustamente assalito, e prender, ciò facendo, parte nella guerra, che all'amico si movesse, eccettocchè ne' seguenti casi.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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