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      Chiamansi eguali quelli, che da spontanea volontà de' due contraenti derivano; e per contrario sono i diseguali quelli, ne' quali l'uno astringe l'altro ad accettargli, e sottomettervisi.
      Tali sono tra 'l vincitore, e il vinto. Nè per esser diseguali divengono ingiusti; poichè quel dritto stesso, che autorizzò la giusta guerra, autorizza il vincitore ad imporre condizioni a chi restò succombente. Infiniti esempj ha la storia di trattati diseguali di pace conchiusi dopo gli eventi della guerra, ed in non pochi di essi incontrasi il patto di dover restar neutrale in caso di altre guerre previste(75).
      Inoltre secondo l'opinione de' più gravi, e celebri scrittori, non solamente dopo le vicende d'una guerra possono aver luogo, i giusti, e legittimi trattati diseguali; ma possono esservi prima di cominciarla. La quale opinione riguardando una gravissima questione sarà da me più ampiamente discussa nel seguente capo. Intanto basta al presente soggetto il poter dire, che vi sono casi, ne' quali l'astringer un Sovrano a restar nella neutralità, e l'obbligarvelo anche suo malgrado con trattato diseguale, non può dirsi un atto ingiusto.
      Questo è quel, che la semplice ragione additava sù questa facilissima questione. Ciò, che s'insegni poi dagli autori di Dritto publico, si troverà raccolto, e ristretto in due paragrafi dell'opera dell'Ubner, che mi giova per intiero riportare(76). In essi scorgerà ciascuno come questo giudizioso, e sempre chiaro scrittore è divenuto oscuro, e contradicente a se stesso subitocchè non da se, e seguendo il lume di sua ragione, ma dietro alla scorta d'altri celebri autori di Dritto pubblico ha favellato.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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