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      L'impotenza assoluta, che è uno de' casi d'estrema necessità, non è un dritto, nè può darne, siccome altrove ho detto(171). È un privilegio, cioè una legitima scusa, e dispensa dal dritto(172). Ciò è così vero, che se l'impotenza assoluta non fosse per esser perpetua, ma solo temporanea, subitocchè cessasse, ritornerebbero gli obblighi delle promesse nel loro pieno vigore, non essendo la promessa disciolta, ma solo trattenuta, ed impedita dall'impotenza(173), cosicchè se l'impotenza non fosse totale, ma parziale, rimane l'obbligo ridotto alla misura delle forze(174). Chi prendesse questa distinzione da me avvertita per una sofistica scrupolosità s'ingannerebbe assai.
      Ella è anzi una bussola per raddrizzare, e corriggere una immensità d'abbagli presi nel gius, e nella morale, come, s'io volessi divagarmi, potrei dimostrare.
      L'impotenza adunque d'un alleato a soccorrer l'altro, sebbene lo dispensi dall'esecuzion piena, e talvolta anche dalla parziale, e dimezzata delle promesse, non basta però a poterlo far riguardar come vero neutrale, ed indifferente verso l'inimico del suo alleato; perchè, fino a che col mutuo, e libero dissenso non siasi rescisso, sempre il trattato sussiste, e sussiste l'obbligo di dar quanta parte del promesso soccorso si possa, o subito che si possa.
      Sicchè riepilogando il precedente discorso si vede esser moltissimi i casi, ne' quali un'alleato o non deve, o può trovarsi dispensato, o non ha possanza, o infine non avrà voglia d'eseguire il suo patto. Quindi riman chiaro, che senza una intimazione del guerreggiante, a cui egli dia non soddisfacente risposta, non può venirgli mossa la guerra.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527