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      È un sentimento, che emana da quel senso chiaro di natural libertà nato con noi. Chi non ha dritto sopra di me non può obbligarmi ad intrigarmi de' fatti suoi, che non abbian correlazione con me, che non mi tocchino, nè mi riguardino; e se mi ci obbligherà colla forza maggiore, che abbia, io conosco, e son convinto internamente, che la forza maggiore non è un dritto in lui, nè gli dà dritto. Soccomberò alla forza, ma sento(178), che mi si fa ingiustizia ad usar questa forza sopra di me.
      [Assioma II]Da questa prima verità deriva l'altra, non men chiara, che il restar un Sovrano neutrale in quelle guerre, alle quali non ha data causa, e che non interessino, nè tocchino il suo proprio dominio, e che si faccino da chi non ha dritto o d'alleanza, o di superiorità riconosciuta sù di lui, è un dritto naturale, insito, innato, quanto quello dell'egualità, della libertà, dell'indipendenza tra uomo, ed uomo nello stato detto di natura(179).
      [Assioma III]Deriva indi quest'altra verità, che lo stato di neutralità non è, nè può essere un nuovo stato di cose in cui passi a trovarsi un Sovrano; ma è una permanenza, ed una continuazione del precedente stato, proveniente appunto dal non esser sopravvenuta rispetto a lui nuova causa, che l'obblighi a mutarlo: e questa non è solo una legge generale d'ogni Sovranità, e d'ogni uomo, ma è la stessa legge universalissima, della natura intiera, chiamata da' filosofi forza d'inerzia, la quale si riduce a questo, che senza nuova causa non vi è in nessun corpo mutazione di stato, o di moto(180).


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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